L’Uomo è un Diavolo per l’Altro Uomo

Norberto R. Keppe

L’uomo non è propriamente un lupo per il suo simile, ma è molto più un diavolo per l’altro uomo. Come sappiamo Thomas Hobbes che creò la famosa frase del lupo, fatto che tolse molte illusioni riguardo all’umanità. Tuttavia, l’idea generale che è rimasta fu che è il nostro simile che ci attacca e mai noi stessi – motivo per cui la colonizzazione che gli inglesi hanno realizzato negli altri paesi è sempre stata barbara, uccidendo e torturando i nativi di ogni regione che invadevano: africani, orientali e indiani d’America.

La lotta per la realizzazione del male costituisce la maggiore fonte delle sofferenze, sai per gli esseri umani che per quelli spirituali. E per quale motivo? Prima di tutto, perché si trata di un atteggiamento contro la natura stessa; e poi perché porta alla distruzione dell’intelligenza, del sentimento d’amore e di qualunque dignità. Dunque, un comportamento di chi trama, di chi nutre invidia distrugge la bellezza e l’integrità dell’essere – ogni idea e intenzione cattiva distrugge la struttura naturale del suo possessore.

– Dr. Keppe, quello che ho fatto nella mia vita contro mia madre è stato mostruoso.
– Che cosa ha fatto?
– La attaccavo senza nessuna ragione rendendo la sua vita un inferno.
– Ed ha fatto la stessa cosa con la sua vita, aggiunsi.

Realizzare il male contro gli altri impedisce l’esistenza del bene per se stessi. In linea di principio sembra una cosa difficile da intendere, ma siccome tutto ciò che è stato creato è sostanzialmente buono, bello e vero, una qualunque intromissione del male nell’interiore si oppone ai fondamenti per i quali gli esseri sono stati creati – perfino per i diavoli la stessa esistenza che hanno, non cessa di essere un bene – di lì l’enorme sofferenza di cui i diavoli e i delinquenti soffrono. Diciamo che l’essere non può smetterla di essere perfetto, potendo di conseguenza ammalarsi gravemente, a livello mentale, fisico e sociale. Come disse Aristotele: «l’essere è il bene, il bello e il vero» (Thonnard, Précis D'Histoire De La Philosophie, pag. 87).

Potremmo dire che un essere non può smettere di essere perfetto, altrimenti si sente estremamente mentalmente, fisicamente e socialmente male. Come diceva Aristotele, "l'essere è buono, bello e sincero".

– S.R. ha cominciato ad avere dei pensieri fuori dalla realtà.
– Come sarebbe?
– Lei sta tentando di diffamare più di cinquanta persone della scuola Millennium, macchinando delle cose totalmente assurde.
– Che cosa pensa della sua attitudine?
– Sembra quella di un diavolo, fuori dalla realtà.
– Sta dicendo che lei è guidata da dei diavoli.
– Non è ciò che succede con la malattia mentale?

Il lettore noti che esiste una stretta relazione fra la patologia e la delinquenza e sembra che sia questo ultimo tipo di comportamento che porti alla malatia più grave (psicosi) – tuttavia sono le cattive intenzioni incoscientizzate la causa di tutti i disturbi.

– Ho sognato di aver udito un rumore in cantina. Sono sceso là e ho visto R.S. che stava scavando un buco e sotterrando libri e capelli. Poi ho visto alcune persone ferme.

– A che associa il comportamento di R.S.?
– A uno Che stava facendo una macumba per colpire tutti.
– E le persone ferme?
– Immobilizzate dal male.

La persona a cui si riferisce la cliente è stata uma socia della scuola di lingue Millennium, ha viaggiato in vari paesi ed ha abitato in alcuni di loro, più grazie alla carità del gruppo a cui apparteneva, perché era svogliata, pigra e imbrogliona. All’improvviso si è riempita di furia e ha attaccato tutti, processando e calunniando chi poteva. Posso affermare che in generale l’essere umano è cattivo, mentre la bontà costituisce un’eccezione.

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